L'aeroporto di Siem Reap
L'hotel Prince d'Angkor
Villaggi sul lago Tonle Sap
Il Central Market di Siem Reap

CAMBOGIA

La Cambogia ha una superficie di 181.040 Kmq. ed è costituita in gran parte da un bacino alluvionale irrigato da numerosi corsi d'acqua. Durante la stagione delle piogge un ventesimo della superficie del paese è occupato dalle acque del lago Tonle Sap, che in questo periodo raggiunge la sua massima estensione di 10 mila Kmq. ed è collegato dall'emissario omonimo con il grande fiume Mekong, che con i suoi affluenti riveste un'importanza vitale per l'economia del paese. I rilievi sono poco elevati; la cima piu' alta è il Phnom Aural (1771 m.), che fa parte della catena dei Monti Cardamomi, a sud. Nove decimi della popolazione (12 milioni 500 mila abitanti) sono di etnìa khmer, il restante decimo è costituito dalle minoranze cinese e vietnamita, dall'etnìa cham e dalle tribu' delle colline. Il 95% della popolazione pratica il buddhismo theravada, insieme a qualche forma di animismo e di culto degli antenati; i Cham dal canto loro sono musulmani. La Cambogia è una monarchia costituzionale, nella quale il governo eletto resta in carica per cinque anni. Il reddito medio annuo è di appena 285 USD pro capite, il che fa della Cambogia uno dei paesi piu' poveri del mondo; l'aspettativa di vita media è di soli 57 anni.
Benchè molto meno visitata rispetto ai paesi confinanti - Thailandia, Vietnam e Laos - la Cambogia (Kampuchea, Cambodia) sta rapidamente affermandosi come mèta turistica negli itinerari del sud-est asiatico. Sono soprattutto gli straordinari templi di Angkor ad attirare la maggior parte dei visitatori, ma il paese ha molto altro da offrire: spiagge dorate non sviluppate, foreste incontaminate, un clima mite ed un'atmosfera piacevolmente rilassata. Con tutte le bellezze naturali ed il suo ricco patrimonio artistico, nel recente passato la Cambogia ha vissuto un periodo tragico a causa del movimento dei fanatici Khmer Rossi: la popolazione ha dovuto sopportare prima un genocidio, quando i Khmer Rossi assunsero il potere negli anni '70, poi una prolungata guerriglia che ha avuto termine solo nel 1998. Oggi l'intero paese è finalmente in pace, anche se gli strascichi della tragedia sono ancora dolorosamente evidenti nella carenza di infrastrutture, nelle strade butterate e a volte davvero spaventose, negli edifici danneggiati e soprattutto nell'enorme numero di persone mutilate dalle mine antiuomo. Molto resta da fare prima che il paese si rimetta saldamente in piedi: la Cambogia dipende ancora pesantemente dagli aiuti internazionali e ci vorrà parecchio tempo prima che la maggior parte della popolazione possa godere di un miglioramento tangibile della qualità della vita.
Ai cittadini di tutte le nazionalità (ad eccezione dei malaysiani) è richiesto il visto per visitare la Cambogia. I visti sono rilasciati all'arrivo negli aeroporti internazionali di Siem Reap e Phnom Penh, e ai posti di frontiera di Poipet e Koh Kong. Il visto turistico individuale (USD 20 piu' fototessera) è valido per trenta giorni inclusa la data del rilascio, e può essere esteso una volta sola per un mese. Oltre alla valuta locale, il riel, la Cambogia ha assimilato il dollaro statunitense nella sua economia, una situazione che ha avuto inizio con l'UNTAC nei primi anni '90, quando i soldati di stanza nel paese cominciarono a spendere i loro salari in dollari. Oggigiorno si possono usare indifferentemente sia i riel che i dollari, con poche eccezioni. Da notare che non esistono monete di riel: le banconote iniziano in tagli da 50 riel fino a 100 mila riel.




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Il tempio Banteay Srei
Il tempio Ta Prohm
Il tempio Bayon
Il tempio Angkor Wat
Siem Reap e Angkor

L'area che circonda l'attuale capoluogo di provincia Siem Reap, situato a 235 Km. a nord-ovest di Phnom Penh in linea d'aria, un tempo era il cuore dell'impero Khmer, che ebbe inizio nell'802, quando Jayavarman II si trasferì a Phnom Kulen, e finì quando i siamesi saccheggiarono Angkor Thom nel 1431. Grazie all'abbondanza di acqua e alla fertilità del suolo la regione poteva sostenere una popolazione numerosa, cosicchè i re di Angkor costruirono qui le loro città reali ed i loro templi di stato. Nel corso dei secoli i Khmer mossero spesso guerra ai regni confinanti e viceversa e l'impero raggiunse l'apice della sua potenza sotto re Jayavarman VII (in assoluto il piu' grande costruttore di templi), quando si estendeva ad est fino alla costa del Vietnam, a sud fino alla penisola malese, a ovest fino a Pagan, in Birmania, a nord fino al Laos. Tuttavia, abbandonata dalla corte nel Quattrocento, questa parte della Cambogia cadde nell'oblìo fino alla fine del Settecento, quando, come parte della provincia di Battambang, passò sotto il dominio del Siam (l'attuale Thailandia), uno stato di cose protrattosi fino al 1907, anno in cui i francesi trattarono la sua restituzione allo stato cambogiano.
Per la maggior parte dei turisti, Angkor Wat, uno straordinario tempio di torri svettanti e complesse sculture a bassorilievo a breve distanza in auto da Siem Reap, è il motivo principale per visitare la Cambogia. La prima apparizione dei suoi stupefacenti santuari rimane impressa nella memoria per sempre, mentre le sue gallerie di magnifici bassorilievi - eccezionali sia per la cura dei dettagli sia per la qualità dell'esecuzione - sono una delizia tanto per i principianti che per gli esperti. Seconda solo di poco per bellezza è la vicina città cinta di mura di Angkor Thom, con le sue famose porte sormontate da quattro colossali volti in pietra. Questo motivo continua nel Bayon, il tempio di stato di Jayavarman VII, che sorge esattamente al centro di Angkor Thom e vanta due gallerie di bassorilievi. Il sito di Angkor è vasto e vario, comprendendo costruzioni che vanno dalle prime, piccole torri in mattoni, come il Prasat Kravan, all'imponente, spoglio edificio in arenaria del Ta Keo. Molti dei siti piu' importanti sono a pochi minuti d'auto da Siem Reap, ma alcuni templi sono disseminati in luoghi molto lontani; fortunatamente a Siem Reap si può noleggiare facilmente un mezzo di trasporto e le strade d'accesso sono in discrete condizioni. Oggigiorno Siem Reap, grazie alla stabilità politica ed al miglioramento della situazione riguardo la sicurezza, è diventata la Mecca della Cambogia. Nuovi alberghi e ristoranti stanno spuntando a ritmo costante. Di solito si trascorrono tre/quattro giorni per visitare i monumenti principali, ma se si ha tempo a disposizione si potrebbe trascorrere anche una settimana per poter ritornare a visitare i punti preferiti all'alba o al tramonto. Siem Reap vanta la miglior scelta di sistemazioni del paese, come pure numerosi buonissimi ristoranti. Vi sono anche molte opportunità di fare shopping non solo nei negozi di artigianato, ma anche presso i mercati. Per quanto riguarda i trasporti, dappertutto sono presenti i tuk-tuk, un po' differenti di quelli di Bangkok, ed i prezzi partono da un minimo di 2 USD per una corsa.
A parte i templi, una visita a Siem Reap non sarebbe completa senza una gita in battello sul lago Tonle Sap, l'imponente lago che domina la cartina della Cambogia. Il lago è al tempo stesso un bacino, uno scolmatore, una via di comunicazione e una dimora e dispensa per la gente che vive sul lago e nei dintorni; perfino i cambogiani che abitano lontano dipendono da questa ricca fonte di cibo. Quando è al livello piu' basso, cioè in maggio, subito prima delle piogge, il lago copre un'area di circa 2500 Kmq. L'acqua del disgelo himalayana scorre lungo il Mekong proprio mentre arrivano le piogge monsoniche, facendo salire il livello di questo fiume così rapidamente che a Phnom Penh la pressione del Mekong è sufficiente per invertire la corrente del fiume Tonle Sap, che normalmente defluisce dal lago. Come risultato di questo afflusso d'acqua dal fiume Tonle Sap, ogni anno il lago inonda un'area di 10 mila Kmq., diventando il lago d'acqua dolce piu' grande del sud-est asiatico. Nell'ottobre del 1997 il lago è stato nominato Riserva della Biosfera dall'UNESCO, uno status che concilia l'uso sostenibile con la conservazione dell'ecosistema.
I templi di Angkor
Inseriti dall'UNESCO nel 1992 nell'elenco del Patrimonio dell'Umanità, i Templi di Angkor sono disseminati in circa 300 Kmq. di campagna fra il lago Tonle Sap ed i Monti Kulen. Suggestivamente circondati da tratti di fitta foresta, i templi che svettano orgogliosamente sopra le risaie, non danno l'idea di sterili pezzi da museo, ma sembrano fare ancora parte della vita quotidiana, alcuni aspetti della quale continuano sostanzialmente a svolgersi così come sono raffigurati nei bassorilievi dei templi. Il motivo che spinse i sovrani khmer ad intraprendere la costruzione fu soprattutto il loro intento di creare templi di stato per il culto del devaraja (dio-re), il quale coesisteva con l'induismo predominante; ed in effetti è la cosmologia induista quella simboleggiata nella disposizione della maggioranza dei templi di stato. Una torre-santuario centrale (o un gruppo di torri), destinata ad ospitare la sacra immagine del devaraja, sorgeva su un basamento, spesso nella forma di una piramide a piu' ordini e rappresentava il mitico Monte Meru, dimora degli dèi; questo santuario era circondato da una serie di recinti rettangolari concentrici, costituiti da mura e/o fossati; in tutti i casi tranne uno (l'Angkor Wat), ai templi si accedeva da est. I re successivi cercarono di superare i loro predecessori, cosicchè, grazie anche al miglioramento delle tecniche di costruzione, i templi si fecero sempre piu' complessi, comprendendo molteplici santuari, anticamere, gallerie ed elaborati gopura (padiglioni o torri d'ingresso). Praticamente tutti i templi furono riccamente scolpiti con motivi decorativi o scene mitologiche particolareggiate, ma le sculture piu' spettacolari sono senza dubbio i magnifici bassorilievi dell'Angkor Wat e del Bayon. Un altro elemento molto importante era la statuaria, e un tempo le nicchie, le anticamere e i santuari ospitavano sculture in legno, pietra, bronzo e perfino in oro. Tuttavia non ci si deve aspettare di vederne molte in loco: le statue sopravissute agli anni di abbandono, ai furti e alle distruzioni sono state per la maggior parte rimosse a scopo di salvaguardia e trasferite altrove, soprattutto all'Angkor Conservation; alcuni esemplari di grande pregio sono esposti al Museo Nazionale di Phnom Penh.
I siti di Angkor sono molto diversi l'uno dall'altro, tanto quanto lo erano i re che li fecero erigere, e ciascun tempio ha un suo fascino peculiare. Immerso nel mito e nel mistero, l'Angkor Wat, inconfondibile con le sue cinque magnifiche torri ed il vasto complesso di gallerie, non è solo una meraviglia artistica ma anche un'esperienza emozionale. Venne fatto costruire da Suryavarman II in laterite ed arenaria con cinque torri a pannocchia che catturano e incantano lo sguardo, mentre si resta stupefatti pensando alla fantasia degli architetti che crearono questo capolavoro khmer, consacrato intorno all'anno 1150 al dio indu' Vishnu: gli studiosi hanno calcolato che per completarlo ci vollero almeno trent'anni. La cosa piu' importante da vedere nell'Angkor Wat è la galleria di bassorilievi estremamente particolareggiati scolpiti lungo il terzo muro di cinta, che narrano storie della mitologia indu' ed illustrano una parata militare capeggiata da Suryavarman II. Gli esperti hanno discusso a lungo sul fatto se l'Angkor Wat sia stato costruito come luogo di venerazione o per scopi funebri; l'incertezza è sorta soprattutto perchè si accede al sito da ovest anzichè da est, come di consueto, e perchè la galleria di bassorilievi va visitata procedendo in senso antiorario, la direzione associata alla morte. Oggi gli studiosi ritengono che la galleria fosse usata, quando il re era in vita, per onorarlo come devaraja, e che alla sua morte diventò il suo mausoleo.
Angkor Thom fu dotato di poderose fortificazioni da Jayavarman VII dopo il suo saccheggio da parte dei Cham. Il risultato fu una cinta muraria alta otto metri e rinforzata da un ampio terrapieno, come si vede entrando in città. All'interno del sito di tre chilometri quadrati, circondato da un alto fossato e da alte mura, sono racchiusi numerosi monumenti. Al centro sorge il tempio di stato, Bayon, che è dominato dai volti giganteschi scolpiti sulle sue tante torri e presenta la caratteristica unica di avere due recinti di bassorilievi. Eretto alla fine del XII o all'inizio del XIV secolo, il Bayon era destinato a luogo di culto di tutte le religioni del regno, compreso l'islamismo praticato dai Cham appena conquistati, ma fu consacrato come tempio buddhista; quando la religione di stato tornò ad essere l'Induismo, il Buddha ospitato nel santuario centrale fu abbattuto e gettato nel pozzo sottostante. Il tempio è costituito da 54 torri con i loro colossali volti del bodhisattva* Lokesvara, piu' di 200 complessivamente; il motivo per cui quei volti del "Grande Compassionevole" dal sorriso appena accennato, che si ritiene abbia le sembianze di Jayavarnan VII, si ripetano così tante volte resta oscuro, ma si può pensare che dovessero diffondere verso i quattro punti cardinali e su tutto il regno la compassione del bodhisattva e l'onnipresenza del re. A nord del Bayon Jayavarman VI fece edificare il suo palazzo reale in uno spazio relativamente ristretto fra il Baphuon - il tempio di stato di Udayadityarvarman II - ed il Phimeanikas, il piccolo tempio di stato di Suyavarman I. Di fronte al palazzo, Jayavarman fece costruire delle terrazze magnificamente scolpite, per usarle come piattaforme panoramiche sulla piazza reale e la piazza d'armi. La terrazza degli elefanti, è ornata di uno straordinario fregio a bassorilievo di elefanti quasi a grandezza naturale che si dipana per poco meno di 300 m. Gli elefanti ed i loro mahout sono mostrati di profilo; per la maggior parte si tratta di scene di caccia , ma alcuni sono raffigurati mentre combattono con le tigri. Adiacente alla terrazza degli elefanti si trova la terrazza del Re lebbroso, che gli studiosi ritengono fosse il luogo delle cremazioni del re, un'ipotesi avvalorata anche dal fatto che la statua sulla terrazza è quella di Yama, dio degli Inferi.
Un capolavoro dell'arte khmer è il Banteay Srei ("cittadella delle donne") che non fu commissionato dal re, ma da due dignitari locali: Yajnavaraha, che era il guru di fiducia del re, e suo fratello. Fu Rajendravarman I che dette la loro la terra ed il permesso di erigere un tempio che, nonostante fosse stato consacrato a Shiva già nel 967, fu completato solo durante il regno di Jayavarman V. La disposizione del tempio è relativamente semplice, presentando tre mura di cinta, un fossato interno ed una fila di tre torri-santuario esattamente al centro. Il tempio è situato a 30 Km. nord-est di Siem Reap, ed è costruito in arenaria rosa e grana fine. Questo monumento eccezionale sotto vari aspetti vanta le decorazioni piu' elaborate fra i templi di Angkor, decorazioni che sono considerate fra le piu' belle del mondo: i muri, le finte porte, gli architravi ed i frontoni insolitamente alti sono tutti splendidamente abbelliti da una dovizia di motivi floreali e di magnifici bassorilievi raffiguranti episodi del Ramayana e scene mitologiche.
Un tempio particolarissimo che attira moltissimi visitatori è il Ta Phrom, uno strano, malinconico e suggestivo tempio in rovina di cui la natura ha preso possesso stringendolo nella morsa surreale delle gigantesche radici di alberi torreggianti che, con l'avanzare della giungla, si sono insinuate fra le sue pietre. Così, dalle terrazze e dai muri del Ta Phrom crescono enormi kapok, alberi le cui imponenti radici si arrampicano sui muri, incorniciano le porte e si insinuano a forza nelle colossali pietre spaccandole in due. Nessuna delle 39 torri del tempio è rimasta intatta, e lo stato labirintico ed in rovina del complesso rende difficile individuare un percorso e distinguere la pianta dal monastero, che in effetti è disposto su un unico livello, con tre recinti dotati di gallerie nell'area centrale. Costruito da Jayavarman VII intorno al 1186, il Ta Phrom era un monastero buddhista dedicato a Prajnaparamita, ed un tempo ospitava una statua di questa divinità che aveva le fattezze della madre del re. Quando era ancora in uso, il monastero accoglieva 12 mila persone che vivevano e lavoravano nel suo interno, mentre altre 80 mila erano pagate per mantenere in ordine e provvedere alla manutenzione del complesso. Inoltre, il monastero riforniva di provviste e medicine i 102 ospedali istituiti da Jayavarman VII in tutto il regno.

* termine buddhista per indicare un essere illuminato che pospone il suo ingresso nel Nirvana per aiutare altri nel loro cammino verso la salvezza.

 


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Il Museo prigione di Tuol Sleng
Il Museo Nazionale di Phnom Penh
Il mercato francese in centro città
Il Palazzo Reale
Phnom Penh

Capitale della Cambogia e cuore dell'amministrazione, Phnom Penh, attraversata da larghi viali alberati e ancora costellata di vecchie ville coloniali, conserva molto del suo fascino originale. Adagiata in un territorio sostanzialmente pianeggiante alla confluenza dei fiumi Tonle Sap, Bassac e Mekong, questa città raccolta non ha ancora adottato i palazzoni di appartamenti e uffici che caratterizzano tante altre capitali, e invece di un senso di claustrofobia e costrizione comunica una sensazione di spazio e luminosità. Phnom Penh è una città vibrante di iniziative ed energia, il che rende difficile rendersi conto che appena una generazione fa fu evacuata con la forza e lasciata andare in rovina dai Khmer Rossi. Inevitabilmente, alcune delle ferite sono ancora evidenti: le strade secondarie sono piene di buche e cosparse di macerie, alcune delle sue eleganti ville giacciono irrimediabilmente in rovina, e quando piove la rete fognaria, danneggiata, va in tilt inondando la strade. Molte persone fanno due lavori per tirare avanti, ad esempio lavorando ogni giorno per qualche ora negli uffici pubblici per poi svolgere una seconda attività come conducenti di moto o insegnanti privati. Sia per i turisti che per gli abitanti del posto il punto focale della città è l'animato lungofiume, ampio ed erboso, che costeggia il Tonle Sap per quasi 2 Km.. I residenti di Phnom Penh vi affluiscono per prendere una boccata d'aria, per mangiare uno spuntino acquistando il cibo dai venditori ambulanti e per godersi uno degli spettacoli improvvisati degli artisti di strada; il lungofiume è anche la zona piu' cosmopolita della capitale, essendo fiancheggiata da ristoranti, caffè e bar all'occidentale. Inoltre, nelle vicinanze si trovano tre luoghi di grande interesse turistico. L'attrazione piu' notevole e spettacolare della capitale è l'elegante complesso del Palazzo Reale e della Pagoda d'Argento. Il complesso che copre un'area di 435 m. di lunghezza per 402 m. di larghezza è costruito nel tradizionale stile khmer, nel quale svolge un ruolo importante il simbolismo religioso; il muro di cinta non fa eccezione, essendo dipinto di bianco e giallo chiaro, due colori che rappresentano rispettivamente le fedi buddhista ed induista. Presso la biglietteria ci sono le guide che parlano inglese e francese e che possono fornire molte informazioni non solo sul palazzo e la pagoda, ma anche sulla cultura buddhista e khmer. Per visitare il complesso come merita occorrono almeno due ore: all'interno del Palazzo del Trono e della Pagoda d'Argento è proibito fotografare. Quest'ultima è così chiamata per le 5329 mattonelle d'argento che rivestono il pavimento, ognuna di 20 cm. di lato e del peso di piu' di un chilo. La struttura della pagoda rivela la chiara influenza del Wat Phra Kaeo di Bangkok. Benchè piu' della metà di ciò che conteneva sia stato trafugato all'epoca dei Khmer Rossi , la pagoda stessa ne uscì sostanzialmente indenne, perchè la sua conservazione doveva dimostrare ai pochi visitatori stranieri che il regime aveva a cuore il patrimonio culturale della Cambogia. Si è conservata anche una ricca raccolta di manufatti e di statue del Buddha, e la pagoda è piu' un museo che un luogo di culto.
Altro punto interessante da visitare della città è il Museo Nazionale della Cambogia, in arenaria di color rosso scuro, che ospita una ricca collezione di sculture, reperti e manufatti dalla preistoria ai giorni nostri; fra gli oggetti di maggior pregio, la scultura di Yama, proveniente dalla terrazza del Re Lebbroso di Angkor Thom, e l'imponente Vishnu disteso proveniente dal Mebon occidentale. Nel 1975 però, quando la città fu evacuata per ordine dei Khmer Rossi, la collezione dovette essere abbandonata e successivamente fu saccheggiata, mentre il direttore del museo venne assassinato. Nel 1979, quando la popolazione fece ritorno nella capitale, il tetto era crollato e le gallerie ed il cortile erano stati invasi dalla vegetazione. Una volta risolti questi problemi il museo venne riaperto al pubblico. La collezione al suo interno è sistemata in ordine piu' o meno cronologico, partendo dall'angolo sud-orientale e procedendo in senso orario.
Il motivo principale per avventurarsi nei quartieri meridionali della capitale è la visita al Museo del Genocidio Tuol Sleng, un'esperienza quasi inevitabilmente atroce e straziante, ma indispensabile per contestualizzare le sofferenze patite dalla popolazione cambogiana. Dal 1975 al 1979 questo sito, che in origine era la scuola secondaria Toul Svay, fu la famigerata prigione dei Khmer Rossi nota come S-21, dove trovarono la morte piu' di 13 mila persone. L'S-21 era un centro di interrogatori soprattutto per le persone istruite e l'élite: medici, insegnanti, personale militare e funzionari statali passarono tutti per le mani dei Khmer Rossi. Il regime non faceva discriminazioni nella scelta delle vittime: fra le persone detenute qui e successivamente trucidate ci furono addirittura dei bambini, alcuni dei quali ancora in fasce. Benchè il complesso sia circondato da alte mura e recintato con filo spinato, ammirando il tranquillo giardino profumato di gelsomino rosso è difficile convincersi che questo è stato un centro di detenzione, interrogatori e torture. Nella scuola furono rinchiusi fino a 1500 prigionieri alla volta, confinati in minuscole celle o incatenati al pavimento o l'uno all'altro nelle ex aule scolastiche. I balconi dei piani superiori sono ancora chiusi dalle reti che vi furono messe per impedire ai prigionieri di saltare giu' e suicidarsi. Alcune celle contengono ancora lettiere di ferro alle quali venivano incatenati i detenuti; altre sono così piccole che quasi non c'è spazio per sdraiarsi. Quando i soldati vietnamiti entrarono nel carcere nel gennaio 1979, vi trovarono solo sette prigionieri ancora vivi; nelle celle furono scoperti i cadaveri di alcuni prigionieri che erano morti poco prima e che furono sepolti in tombe scavate nel cortile. Il pianterreno ospita una mostra di migliaia di fotografie in bianco e nero delle vittime, alcune con lo sguardo vacuo, altre con occhi che esprimono tutta una gamma di emozioni, dalla paura alla sfida. Ciascuno regge un numero: i Khmer Rossi erano molto meticolosi nel registrare i loro prigionieri. La maggioranza delle persone uccise qui era di nazionalità cambogiana, ma anche degli stranieri, sia occidentali che orientali, furono interrogati e torturati in questo centro. Le cose non diventano piu' sopportabili una volta superata la mostra fotografica, perchè ed essa segue un'esposizione che illustra in dettaglio i metodi di tortura praticati in questo centro, alcuni dei quali descritti graficamente nei dipinti di uno dei sopravvissuti. Uno degli esempi piu' significativi è la stanza dell'acqua, nella quale i prigionieri venivano sistematicamente messi con la testa sott'acqua fino a quando non confessavano. Meritano una lettura i cupi estratti delle "confessioni" estorte e gli scambi epistolari fra i torturatori, che continuavano sadicamente a tormentare i prigionieri fino a che le loro dichiarazioni non erano conformi alla versione dei fatti voluta dalla guardie. Da visitare anche il Monumento-Ossario di Choeung Ek, a soli 12 Km. da Phnom Penh. Questo era il famigerato campo di sterminio dove venivano condotti i prigionieri detenuti nell'ex scuola Toul Sleng per essere sterminati. Choeung Ek venne adibito all'esecuzione di massa con cui i Khmer Rossi si sbarazzavano dei loro nemici, vale a dire uomini, donne e bambini accusati di avere tradito lo stato. All'inizio le vittime del regime erano giustiziate con armi da fuoco, mentre in seguito venivano bastonate o pugnalate a morte per risparmiare le preziose pallottole. Quando il carburante cominciò a scarseggiare, le vittime erano trascinate letteralmente fuori città dietro alle motociclette e non arrivavano vive a Choeung Ek, cosicchè i loro corpi venivano scaricati nelle risaie piu' vicine alla città. Il Monumento-Ossario di Choeung Ek, eretto in quello che un tempo era un frutteto di longan, fra tranquille risaie ed una piacevole campagna, contiene i resti di 8.985 corpi esumati qui nel 1980, quando furono scavate 86 delle fosse comuni. Secondo stime approssimative, in questo luogo potrebbbero essere state massacrate piu' di 17 mila persone; altre 43 tombe comuni non sono state scavate, nè si prevede di farlo nell'immediato futuro. All'interno del monumento - un luccicante chedi (torre a guglia di un tempio buddhista; chiamato anche stupa) moderno di pannelli di vetro incorniciati da un'intelaiatura bianca e sormontati da un classico tetto khmer - sono ammucchiati sugli scaffali teschi e ossa delle vittime, divisi per età e sesso; sotto sono stati sistemati i loro vestiti laceri. Un padiglione dietro lo stupa ospita una piccola esposizione che illustra la storia del luogo, mentre nei pressi si legge una commovente dichiarazione che afferma: "Siamo assolutamente determinati a non permettere che questo regime colpevole di genocidio possa ritornare in Kampuchea". Sui tumuli erbosi e sulle fosse scavate intorno al monumento sono stati posti cartelli di legno che riportano il numero dei corpi disseppelliti in ciasuno di essi.



Moneta della Cambogia: Riel
Cambio del 24 febbraio 2006:
1 € = 4.880 Riel - 1 USD = 4.090 Riel