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Barca tradizionale del Mekong |
Villaggio H'mong |
Navigazione verso Pakbeng |
Il villaggio di Pakbeng |
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LAOS
Noto
nell'antichità con il nome di "terra di un milione di elefanti",
e ai giornalisti della guerra d'Indocina come "terra di un milione di persone
insignificanti", il Laos è un ricco mosaico di etnìe provenienti
da tutta la regione del sud-est asiatico. E mentre l'influenza francese sopravvive
negli ex distretti coloniali lungo il Mekong, sulle pendici dei monti piu' sacri
del paese i fedeli continuano a frequentare i templi in pietra che risalgono al
grandioso impero Angkor. Ma forse il piu' grande merito del Laos è di aver
saputo conservare grandi zone naturali incontaminate. Ciò è stato
conquistato a fatica dopo quattro secoli di guerre discontinue con i paesi confinanti
e con le superpotenze della guerra fredda. Dopo aver rimosso il simbolo della
falce e martello ereditato dai sovietici, il Laos ha infatti preso in mano il
proprio destino e adottato un'economia di mercato che attrae un flusso costante
di investitori da ogni parte del mondo. Questo paese è molto apprezzato
dai viaggiatori che lo hanno visitato e preferito al resto del Sud-est asiatico.
Per dirla con le parole di un laotiano che ha girato il mondo ed è stato
lontano dal suo paese per piu' di vent'anni, "questo è uno degli ultimi
paesi sereni della terra".
In generale il periodo migliore per visitare
il Laos è quello compreso tra novembre e febbraio: questi sono infatti
i mesi durante i quali piove meno e non fa ancora troppo caldo. Dal punto di vista
turistico il paese è generalmente piuttosto economico.
Il Laos ha una
superficie di 236.800 Kmq. ed una popolazione di circa 5 milioni 600 mila abitanti
(stime 2001). La lingua ufficiale è il lao nella forma parlata e
scritta a Vientiane. In quanto idioma ufficiale esso è diventato con successo
una lingua franca usata per i rapporti tra le varie etnìe lao e non-lao
del paese. Ci sono cinque dialetti principali, ciascuno dei quali può essere
suddiviso in diverse varianti locali. Tutti i dialetti lao sono strettamente imparentati
con le lingue parlate in Thailandia, nel Myanmar settentrionale ed in alcune zone
della provincia cinese dello Yunnan. Circa il 60% della popolazione pratica il
buddhismo theravada. E' previsto che tutti i laotiani buddhisti di sesso maschile
siano monaci per un breve periodo della loro vita, di solito coincide tra la fine
della carriera scolastica e l'inizio del lavoro o del matrimonio. Le tribu' hmong-mien
praticano l'animismo ed il culto degli antenati. Una piccola minoranza di laotiani,
composta principalmente dall'élite che studia nelle scuole francesi, è
di fede cristiana.
La cultura tradizionale laotiana è stata fortemente
influenzata da varie correnti culturali khmer, vietnamite e thailandesi. I Lao
Bassi hanno gli stessi antenati di molte tribu' thai, quindi le somiglianze tra
la cultura laotiana e quella thailandese sono particolarmente forti, come risulta
evidente nella scultura, nella musica classica, nei drammi danzati e nella cucina
del Laos. Gli abitanti del Laos sono ancora abili intagliatori e tessitori, mentre
stanno oramai scomparendo le arti della lavorazione dell'oro e dell'argento. L'elemento
principale di tutti i pasti laotiani è il riso e quasi tutti i piatti sono
preparati con ingredienti freschi quali verdure, pesce d'acqua dolce, pollo, anatra,
maiale, manzo o bufalo. Il whisky di riso o lào-lào (liquore
specialità del Laos) è una bevanda molto comune tra le popolazioni
delle pianure. Viene in genere bevuto liscio, accompagnato da un bicchierino di
acqua naturale.
Negli ultimi anni il Laos è diventato una mèta
prediletta per gli appassionati di viaggi nel sud-est asiatico. Dopo che le autorità
locali, nel 1989, hanno preso la decisione di aprire per la prima volta le porte
del paese al turismo, e grazie alla recente eliminazione di numerose restrizioni
burocratiche e alla proliferazione di alberghi e guest-house, i viaggi in Laos
sono diventati molto piu' semplici ed economici di quanto non fossero in passato.
Il governo ha recentemente stabilito che i visti turistici possono essere richiesti
ed ottenuti all'arrivo in qualsiasi punto d'ingresso del paese: 30 USD. Si ricorda,
tuttavia, che i visti rilasciati all'arrivo consentono un soggiorno di sole due
settimane nel paese, viceversa si potrà rimanere trenta giorni se si fa
richiesta prima della partenza.
Un terzo dell'attuale
popolazione del Laos vive nelle città situate lungo la valle del fiume
Mekong, e principalmente a Vientiane, Luang Prabang, Savannakhet e Paksè.
Un altro terzo vive nelle vicinanze di altri fiumi importanti come il Nam Ou,
il Nam Seuang ed il Set Don. Il Laos è stato spesso definito un conglomerato
di tribu' e lingue piuttosto che una nazione. Gli stessi laotiani di solito dividono
la popolazione del paese in quattro gruppi etnici - lao loum, lao thai, lao thoeng
e lao soung - secondo una distinzione che si basa in modo approssimativo sull'altitudine
delle zone in cui i vari gruppi vivono, e che pretende riflettere le rispettive
caratteristiche culturali. All'incirca metà della popolazione appartiene
all'etnìa lao, ovvero lao loum. Il governo laotiano ha ridotto a soli tre
gruppi la tradizionale suddivisione in quattro, inserendo i lao thai nel gruppo
dei lao loum. Questa ripartizione si trova sul retro della banconota da 1000 kip,
dove sono raffigurati tre individui vestiti con i propri costumi tradizionali,
in rappresentanza, rispettivamente e da sinistra a destra, dei lao soung, lao
loum e lao thoeng.
Il Laos è privo di accessi al mare, e per il 70%
del territorio è occupato da montagne ed altopiani. La catena dei Monti
Annamiti si sviluppa parallelamente al corso del fiume Mekong e copre all'incirca
metà della lunghezza del Laos, con cime di altitudine tra i 1500 ed i 2500
m.. Verso il centro della catena si erge l'Altopiano di Khammanuan, una zona ricca
di magnifiche gole e grotte calcaree. All'estremità meridionale della catena
si trova il vasto Altopiano di Bolaven, che ha una superficie di 10 mila Kmq.
e rappresenta un'importante zona per la coltivazione del riso di montagna ad alto
rendimento, di caffè, tè e altri prodotti agricoli adatti alla coltura
in quota.
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Le
grotte Pak Ou | Il
villaggio Ban Sanghai | Il
Wat Xieng Thong di Luang Prabang | Il
Museo del Palazzo Reale di Luang Prabang |
Luang
Prabang Per farsi un'idea del Laos
in un lasso di tempo relativamente breve il miglior itinerario è sicuramente
quello di entrare nel paese via barca da Chiang Khong, in Thailandia. Si giunge
alla prospiciente Houei Xay, dove si richiede il visto, che viene rilasciato
al momento, e con una barca locale si percorre lentamente il Mekong da Houei Xay
a Luang Prabang (circa 300 Km), con un pernottamento lungo il percorso a Pakbeng.
Durante la navigazione si può ammirare uno splendido paesaggio costituito
da piccoli villaggi, pareti calcaree scoscese, foreste e innumerevoli banchi di
sabbia con i bufali lungo le rive. Prima di giungere a Luang Prabang si può
sostare a Pak Ou per visitare le grotte con le numerose statue di Buddha,
ed al villaggio Ban Xanghai ove si possono acquistare souvenirs locali
e vedere come si produce il whisky laotiano, il lao-lao.
Luang Prabang
è una cittadina di circa 30 mila abitanti ed è oggigiorno diventata
una delle principali zone turistiche del Laos. Circondata da montagne e situata
a 700 m. s.l.m. nel punto di confluenza tra il Nam Khan (fiume Khan) ed il fiume
Mekong, grazie alla compresenza di templi dai tetti luccicanti, di palazzi decandenti
in stile provinciale francese e di una popolazione multietnica, la città
riesce ad affascinare anche abitanti oramai abituati a tutto. Nelle strade di
L.P. si incontrano spesso individui di etnìa hmong, mien e thai che vanno
e vengono dai mercati. I monaci e i novizi buddhisti avvolti nelle loro tuniche
arancione occupano 32 dei 66 templi storici costruiti prima della colonizzazione
francese, tra cui lo splendido Wat Xieng Thong, risalente a cinque
secoli fa. L. P. vanta anche un palazzo trasformato in un museo unico nel suo
genere. In città si è così ben conservato quel senso di placida
antichità che hanno portato in città i primi visitatori quando il Laos
si aprì al turismo nel 1989. L.P. resta un luogo relativamente tranquillo
dove alle 22.30 la maggior parte della città è già ormai
sprofondata nel sonno. La città fu la capitale del regno del Laos fino
al 1545, quando il re Phothisarat trasferì la sede amministrativa a Vientiane.
Inoltre, l'inserimento della città nell'elenco dei siti considerati Patrimonio
dell'Umanità da parte dell'UNESCO, avvenuto nel 1995, ha avuto un ruolo
importantissimo nella tutela e nella valorizzazione dell'architettura storica
e nel ridare a Luang Prabang dignità internazionale.
La maggior parte
delle strade piu' lunghe che attraversano L.P. corre parallela al fiume. Le strade
piu' corte - un tempo semplici sentieri pedonali - intersecano quelle principali
e conducono alle sponde del fiume, fungendo da linee di demarcazione tra i vari
villaggi. Ogni villaggio prende il nome del wat locale, per esempio Ban Khili
deve il suo nome al Wat Khili e Ban Ho Xiang al Wat Ho Xiang. Una grande collina
chiamata Phu si domina il profilo della città, ergendosi
al centro della penisola formata dalla confluenza dei due fiumi. Poichè
è visibile da qualsiasi punto della città, Phu si è un utile
punto di riferimento per orientarsi. L'intera città può essere visitata
a piedi in un giorno o due.
Uno dei mercati piu' tipici della città
è il Mercato dell'Artigianato (17.00>22.00), all'angolo
tra Th Sisavangvong e Th Kitsarat. Durante il suo svolgimento questo tratto di
strada è chiuso al traffico. Le merci esposte sono soprattutto coperte
con applicazioni e tendaggi hmong, ma ci sono anche ceramiche, lampade di bambu'
e gioielli. Naturalmente si consiglia di trattare sempre sul prezzo. Per gli accessi
ad internet, la maggior parte è situata lungo Th Sisavangvong, nel quartiere
storico. Da visitare in città il Museo del Palazzo Reale,
costruito nel 1904 durante il primo periodo coloniale francese come residenza
del re Sisavong Vong e la sua famiglia. Il luogo in cui edificare il palazzo fu
scelto in modo tale che gli ospiti ufficiali in visita a L.P. potessero sbarcare
al termine del viaggio fluviale direttamente ai piedi del palazzo ed essere accolti
lì. Al suo interno contiene una raccolta di opere d'arte di alto valore:
zanne d'elefante, dipinti, argenterie e porcellane donate al Laos dai rappresentanti
diplomatici di Myanmar, Cambogia, Thailandia, Polonia, Ungheria, Russia, Giappone,
Vietnam, Cina, Nepal, USA, Canada e Australia. Tra le statue di Buddha vi è
il Pha Bang. Realizzato con una lega di oro, argento e bronzo, questo Buddha è
alto 83 cm. e, si dice, pesi 53,4 Kg.. Il tempio piu' significativo di L.P. è
il Wat Xieng Thong. Il re Setthathirat ordinò la costruzione
del sim (sala delle ordinazioni) del Wat Xieng Thong nel 1560 e il complesso
rimase sotto il patronato reale fino al 1975. Così come avvenne per il
palazzo reale, il Wat Xieng Thong fu costruito a poca distanza dal Mekong. Il
Wat Wisunarat (wat visoun) venne costruito in origine nel 1513 durante
il regno di Chao Wisunarat, ed è il tempio ancora in uso piu' antico di
L.P. All'estremità orientale del complesso sorge il bulboso That
Makmo - lo stupa del cocomero. Adiacente al lato settentrionale del tempio
c'è un altro tempio piu' vecchio il Wat Aham, famoso per
i suoi due grandi ed antichi alberi di fico del Banian. Un altro punto interessante
della città è la collina Phu Si, alta 100 m. Dalla
cima si gode una splendida vista sulla città.
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Il
Wat Si Saket del 1818, il piu' antico tempio di Vientiane | Haw
Pha Kaew, oggigiorno museo di arte sacra | Il
Pha That Luang, simbolo della religione buddhista e sovranità del Laos | Il
Patuxai, eretto negli anni '60 del secolo scorso |
Vientiane
Capitale
e sede del governo, è situata in un'ansa del Mekong in mezzo a fertili
pianure alluvionali. A dispetto del suo turbolento passato, è una città
tranquilla con alcuni bei wat e qualche vivace mercato. Il Pha That Luang
(Grande Stupa Sacro), simbolo tanto del buddhismo quanto della sovranità
del Laos, è il monumento nazionale piu' importante del paese. Il suo nome
ufficiale completo, Pha Chedi Lokajulamani, significa "stupa sacro di valore
mondiale", e sul sigillo nazionale compare un' immagine dello stupa principale.
Quando il re Setthatirat aveva fatto spostare la capitale del Lan Xang da Luang
Prabang a Vientiane, nella metà del XVI secolo, aveva ordinato la realizzazione
del Pha That Luang con l'aspetto che possiamo vedere ancor oggi sul sito del tempio
khmer. I lavori per la costruzione del monumento iniziarono nel 1566, e,
in anni successivi furono eretti quattro wat attorno allo stupa principale, uno
su ogni lato. Oggi ne restano soltanto due, Wat That Luang Neua, sul lato
nord, e Wat That Luang Tai, sul lato sud. Wat That Luang Neua è
la residenza del patriarca supremo del buddhismo laotiano. L'edificio principale
è invece una ricostruzione che risale all'inizio del XX secolo. Pha That
Luang si trova a 4 Km. a nord-est del centro di Vientiane, al termine di Thanon
That Luang. Di fronte al complesso si erge una statua del re Setthathirat. Il
tempio è sede di una grandiosa manifestazione religiosa che si tiene all'inizio
del mese di novembre.
Il Wat Si Saket, costruito nel 1818 da
Chao Anou, è forse il piu' antico tempio di Vientiane ancora visibile.
Nonostante l'evidente influenza siamese, Wat Si Saket presenta diversi elementi
completamente originali. Le mura interne del chiostro contengono piccole nicchie
con piu' di 2000 immagini del Buddha in argento e ceramica. Inoltre, piu' di 300
statue del Buddha, sedute o in piedi, di varie dimensioni e materiali (legno,
pietra, argento e bronzo), sono allineate lungo gli scaffali sotto le nicchie.
La maggior parte di queste raffigurazioni sono scolpite o fuse nel caratteristico
stile laotiano. Molte di queste immagini furono realizzate a Vientiane nel periodo
che va dal XVI al XIX secolo, ma alcune provengono da Luang Prabang, e risalgono
a un'epoca compresa tra il XV e il XVI secolo. Le decorazioni floreali del soffitto
nella sim (sala dell'ordinazione) sono ispirate ai templi siamesi di Ayuthaya,
che a loro volta erano ispirati ai motivi decorativi di Versailles. Nell'interno,
al fondo della sim, si può vedere un altare con numerose immagini
del Buddha, che portano a 6840 il numero totale di raffigurazioni presenti nel Wat
Si Saket.
Haw Pha Kaew, in passato un tempio regio, costruito
appositamente per ospitare il famosissimo Buddha di Smeraldo, oggi è un
museo di arte sacra. La costruzione si trova a 100 m. a sud-est di Wat Si Saket.
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Il
Wat Phu di Champasak | Il
traghetto per Khong island | Sull'isola
Don Det | Lo straordinario
paesaggio di Don Det |
Champasak
e Khong Island
La provincia di Champasak,
con l'altopiano di Bolaven, le isole Si Phan Don che emergono dal Mekong ed il
Wat Phu Champasak, è una delle piu' visitate del Laos ed i confini della
Cambogia e la Thailandia ne rendono anche piu' facile l'accesso. Oggi la provincia
di Champasak ha una popolazione di circa 500 mila abitanti composta da lao delle
pianure (tra cui molti phu thai), khmer ed una serie di minoranze mon-khmer, stanziate
soprattutto nella regione dell'altopiano di Bolaven. Paksè è il
capoluogo della provincia di Champasak e venne fondata dai Francesi nel 1905 come
centro amministrativo. La città si è sviluppata molto rapidamente
dopo la costruzione del ponte lao-giapponese sul Mekong nel 2002, che ha notevolmente
incrementato i traffici commerciali con la Thailandia. Grazie alla sua posizione
sulla strada per Si Phan Don, a sud, l'altopiano di Bolaven e le province orientali
piu' lontane, a est e la Thailandia, a ovest, Paksè diventa una mèta
quasi obbligata per chiunque viaggi nel sud del Laos. L'aeroporto di Paksè
si trova a 3 Km. dalla città. Lao Airlines vola giornalmente fra Paksè
e Vientiane (USD 90 sola andata, 1 ora). L'autobus diretto per Vientiane (USD
14,50, 9 ore e mezzo, 716 Km.) parte tutti i giorni alle 20.30 circa, è
dotato di aria condizionata e servizi igienici, e la cena viene servita a bordo
da una hostess; i biglietti si possono acquistare all'ufficio degli autobus KVT
- Champasak Shopping centre - di fronte. A 8 Km. a sud della città si trovano
le rovine del Wat Phu Champasak che risale all'epoca di Angkor,
e sono il luogo piu' interessante da visitare. L'antico complesso religioso khmer
di Wat Phu è una delle mète obbligate per chiunque faccia un viaggio
in Laos. Il Wat Phu si estende alle pendici piu' basse del Phu Pasak (piu' comunemente
chiamato Phu Khuai) e, anche se piu' piccolo rispetto ai monumentali siti del
periodo di Angkor di Siem Reap in Cambogia o di Buriram in Thailandia, è
molto suggestivo. I suoi padiglioni in rovina, il santuario di lingam di Shiva
riccamente decorato e l'enigmatica pietra del coccodrillo, conferiscono al tempio
un'aura mistica, trasfigurata dai giochi di luci e ombre creati dalle fronde lussureggianti
degli alberi. Nel 2001 il sito è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio
dell'umanità. La data esatta della sua fondazione è ancora incerta,
ma molti studiosi ritengono che le strutture sopravvissute furono iniziate durante
il regno di Chenla (dal VII all'VIII secolo) e terminate verso la fine del periodo
di Angkor (dal IX al XIII secolo). Per il momento il grandioso progetto di ricostruire
alcune parti del Wat Phu non è approdato a nulla. Tuttavia sono stati effettuati
altri lavori, finanziati dal governo giapponese e condotti sotto la supervisione
dell'UNESCO, per deviare le acque dal sito e quindi ridurre al minimo i danni
provocati dall'erosione; nell'ambito dello stesso progetto è stato costruito
un magnifico museo situato accanto alla biglietteria. Il Wat Phu di Champasak
si trova a 46 Km. da Paksé, e 10 Km. da Champasak.
Per qualche ragione
insondabile, piu' ci si inoltra nel sud del Laos, piu' l'atmosfera si fa rilassata;
poi, proprio quando la pressione sembra ormai al minimo, finalmente si arriva
a Si Phan Don... letteralmente significa "quattromila isole". In questo
spettacolare tratto del Mekong, lungo 50 Km., le isole sono così fresche e riposanti
che si può passare tutto il tempo a dondolare su un'amaca. Durante la stagione
delle piogge questo tratto di fiume raggiunge una larghezza di 14 Km., la massima
del suo percorso di 4350 Km., dall'altopiano tibetano al Mar Cinese meridionale.
Nei mesi secchi, tra un monsone e l'altro, il fiume si ritira lasciando affiorare
centinaia (o migliaia, se si contano anche le lingue di sabbia) di isole ed isolotti.
Le piu' grandi fra le isole permanenti sono abitate tutto l'anno ed offrono l'affascinante
opportunità di conoscere la vita tranquilla dei villaggi, regolata dal
Mekong. Le comunità sono autosufficienti; producono riso, canna da zucchero,
noci di cocco e verdura in quantità che coprono quasi completamente il
loro fabbisogno, pescano nel fiume e tessono le loro stoffe. I francesi hanno
lasciato un breve tratto di ferrovia, oggi in disuso (l'unica realmente portata
a termine in Laos), un paio di moli fluviali e qualche villa coloniale sulle isole
di Don Khong, Don Det e Don Khon. Tra le bellezze naturali, si può ammirare
alcune cascate e violente rapide nel pressi del confine combogiano, dove il letto
del Mekong si abbassa improvvisamente di livello, e rare specie di delfini d'acqua
dolce.
Don Khong
Questa grande
isola, che misura18 Km. di lunghezza da nord a sud, e 8 Km. di larghezza massima,
prende il nome dal fiume che la circonda. La maggior parte dei suoi 13 mila abitanti
vive nei due villaggi di Muang Khong, sul litorale orientale, e di Muang Saen,
su quello orientale, collegati da una strada di 8 km. A Muang Khong si trova la
maggior scelta di pensioni e ristoranti ed un'atmosfera piacevolmente tranquilla;
in ogni caso, in qualsiasi punto dell'isola ci si trovi, raramente si è
disturbati dal rumore di veicoli. Le sistemazioni a Muang Khong sono decisamente
di livello migliore rispetto a quelle di Don Det o Don Khon, ed in genere offrono
un buon rapporto qualità-prezzo. Quasi tutti gli alberghi e le pensioni
noleggiano biciclette per USD 1 al giorno ed hanno il ristorante. Villa Muong
Khong Hotel viene considerato il migliore sull'isola, tuttavia, per esperienza
personale posso dire che, per lo stesso prezzo o anche per un prezzo inferiore, La Mekong
Guest House o l'Auberge Sala Done Khong offrono camere piu' ampie e pulite.
Con
la barca ci si può recare a visitare le isole Don Det e Don Khon
dall'isola di Khong. Il viaggio dura circa un'ora e mezzo. In entrambe le isole
niente auto, o quasi, niente elettricità, almeno fino ad oggi, niente TV,
ma un ambiente assolutamente intatto. Qui si ha tempo di leggere libri, chiaccherare
con la gente del posto e con gli altri viaggiatori, fare escursioni in bicicletta
per ammirare paesaggi, dondolare pigramente su un'amaca. Insomma, ci si può
rilassare completamente! Don Det e Don Khon, situate a sud di Don Khong, vicino
al confine cambogiano, durante il periodo coloniale francese erano importanti
canali di collegamento per i rifornimenti fra Saigon ed il Laos. Per evitare le
rapide e le cascate del fiume Mekong, i francesi costruirono addirittura una ferrovia
a scartamento ridotto tra le due isole, collegate da un ponte ad arcate con banchine
in cemento alle estremità. Le imbarcazioni provenienti dal Vietnam e dalla
Cambogia scaricavano le loro merci all'estremità meridionale di Don Khon;
da lì i treni trasportavano le merci fino all'approdo settentrionale di
Don Det, dove erano in attesa altre imbarcazioni dirette alle città del
nord. La ferrovia è in disuso dalla Seconda guerra mondiale. Il maestoso
ponte e le banchine sono ancora intatti, ma molti tratti dei binari sono stati
rimossi dalla gente del luogo che li ha riciclati come ponti pedonali sui torrenti
e sulle gole. Don Khon, la maggiore delle due isole, è famosa in tutto
il Laos per le coltivazioni di cocco, bambu' e kapok. A Don Khon si può
fare un'interessante escursione di 5 Km. attraverso l'isola seguendo la vecchia
linea ferroviaria. Durante l'escursione in bici si attraversano risaie e piccoli
villaggi.
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Le
cascate di Khon Papheng | Le
cascate Tat Fane sull'altopiano di Bolaven | I
fiori della pianta del caffé | Villaggio
Katu sull'altopiano di Bolaven |
Le
cascate di Khon Papheng, l'altopiano di Bolaven ed i suoi villaggi
A
sud di Don Khong, sul fiume Mekong, si susseguono 13 Km. di violente rapide con
diverse cascate. La piu' grande, Khon Papheng si trova nei pressi della sponda
orientale del Mekong, vicino a Ban Thakho. Dalla riva, un bel padiglione di legno
offre una stupenda vista sulle cascate. Spesso si incontrano i bimbi che vanno
a caccia di cicale con un sacchettino di nylon all'estremità di una canna
di bambu'. Ovviamente questo non è un gioco, ma un modo per procurarsi
del cibo. Nelle vicinanze delle cascate si trovano capanne con bancarelle che
espongono prodotti dell'artigianato locale, e ristorantini locali. Il fertile
altopiano di Bolaven, che occupa l'area nord-orientale della provincia di Champasak,
è rinomato per il suo clima fresco, le cascate, la ricchezza del terreno
e le piantagioni di caffè di prima qualità, ma è anche noto
per essere stato uno dei luoghi piu' bombardati durante la seconda guerra d'Indocina.
La zona cominciò ad essere coltivata intensamente all'inizio del XX secolo,
quando i francesi avviarono piantagioni di caffè, caucciu' e banane. Molti
agricoltori francesi lasciarono l'altopiano quando il Laos diventò indipendente
negli anni '50 del secolo scorso, e quelli rimasti scapparono negli anni '60,
quando gli americani intensificarono i bombardamenti. Oggi i laotiani hanno ripreso
a coltivare il caffè con entusiasmo insieme a frutta, cardamomo e rattan.
Sull'altopiano, oltre ai laven vivono altri gruppi etnici mon-khmer, tra cui alak,
katu, tahoy e suay. I villaggi dei katu e degli alak si distinguono per le caratteristiche
case di foglie di palma e paglia disposte a cerchio. Un'usanza tipica dei katu
è quella di costruire una bara in legno per ogni membro della famiglia
molto tempo prima che sopraggiunga la morte; le bare vengono custodite sotto le
tettoie di riso fino al momento in cui si dovranno utilizzare. Una caratteristica
che accomuna gli alak, i katu e i laven è quella di tatuare il viso delle
donne, un'usanza che sta lentamente scomparendo sotto la crescente influenza dei
lao nella zona. Numerosi villaggi katu e alak sorgono
lungo la strada fra Paksè e Paksong, ai margini occidentali dell'altopiano,
e sulla strada sterrata che scende da Muang Tha Taeng, sull'altopiano, fino a
Beng, nella provincia di Salavan. Delle molte cascate presenti nella zona, le
piu' visitate sono quelle di Tat Fan, pochi chilometri a ovest di
Paksong, del Phasoume resort e di Tat Lo, sulla route
23 per Salavan.
Moneta del Laos: Kip Cambio del 17
febbraio 2006: 1 € = 12.300 Kips - 1 USD = 10.350 Kips
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